“GLI ADORATORI  DELLA  CROCE.  ELIO  CIOL.  FOTOGRAFIE. ARMENIA 2005”.
Lugano (Svizzera)  Museo delle Culture (Heleneum, via Cortivo  26).
4 marzo – 10 maggio  2015.
A cura di  Adriana Mazza.
Catalogo  Giunti (Firenze).
Orari:  da martedì a domenica  10 – 18 (orario continuato). Chiuso il lunedì.


p1070058_400E’ una mostra singolare, bella e particolarmente interessante, allestita  nella prestigiosa  sede  del Museo delle Culture di Lugano (Svizzera),  la grande  Villa Heleneum , affacciata  tra gli alberi maestosi  e i cespugli fioriti di un antico parco sulla riva del Lago, verso Gandria.
Una  sceltissima serie di immagini nitide, preziose, sorprendenti  ripropongono all’attenzione il gruppo etnico degli Armeni, un’antica popolazione che fu vittima di genocidio e che lasciò il segno della propria fede e della propria cultura  millenaria nel territorio che le appartenne, attraverso le molteplici croci scolpite nelle pietre, immagine della Croce di Cristo, che campeggiano fitte , quasi a formare un pizzo, sulle pareti di antichi monasteri , di cappelle rupestri e   di chiese che svettano improvvise  fra le rocce nude di un terreno desertico  su cui transitano   lungo il giorno, si formano e si dissolvono  grandi nuvole bianche  appoggiate su un cielo blu.
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Le croci, appaiono  ovunque, come segno gioioso tra i viluppi di arabeschi fantasiosi, circondate da incantevoli  raffigurazioni dei personaggi che hanno fatto la storia della religione cristiana( la Natività, la Crocefissione, la Resurrezione, la Vergine Madre di  Dio) o figurano  nitide e spoglie, in un susseguirsi di incisioni quasi uguali sulle pareti di antichi manieri e conventi o di massicce  stele tombali.
Elio Ciol è un celebre fotografo friulano con  un ricchissimo curriculum di opere e pubblicazioni  che,   nel corso di un suo viaggio in Armenia, ha ritratto le croci  come nella sequenza di una sinfonia, parlando  di “ canto delle pietre”, di  “forza delle pietre”, tanto le croci incise “parlano” anche oggi di una civiltà millenaria che  “ha espresso nei secoli,  in modo quasi ossessivo ,la propria radicale adesione al Cristianesimo”.
p1070063_400“Un ritratto lirico – così è stata definita l’opera fotografica di Ciol –  giocato nell’esaltazione del contrasto fra luce e ombra, che intende deliberatamente suggerire l’amore per il creato e la forza della Fede”.
Un “viaggio spirituale” in cui è possibile cogliere  “ il fascino segreto del paesaggio, dell’arte e della cultura armena”.
La mostra , parte di un progetto  messo in atto da Alessia Borellini e Adriana Mazza,  ricercatrici del MCL (Museo delle Culture di Lugano) è curata da Adriana Mazza, alla quale si deve anche il pregevole catalogo edito da Giunti (Firenze),  in cui sono raccolte  bellissime  immagini e importanti  saggi.
Le  76  fotografie d’arte esposte, realizzate con tecnica analogica e stampate in banco e nero entreranno a far parte  delle collezioni  del Museo delle Culture di Lugano.
Fotografie di Carmelo Patea

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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