CURIOSITA’ STORICHE
Si racconta che i vecchi andassero fino nella lontana Ungheria per acquistare i cavalli si riuscisse a trasportare un carico di 10-15 q. alla media fantastica di 4-5 km. orari. si accompagnasse il cavallo a piedi, non certo per risparmiargli fatica, quanto per riscaldarsi col moto si iniziasse spesso la giornata alle 2-3 di notte per concluderla anche 20 ore più tardi si fosse spesso costretti a ricorrere a una “ferratura antineve” per permettere al cavallo di superare percorsi ghiacciati fossero frequenti le forature (sfilamento dei pereni delle ruote) e gli impantanamenti per cui si doveva provvedere a un carico e scarico supplementare del carro per poter ovviare all’inconveniente si incorresse in pesanti sanzioni per trasporti irregolari e per “guida pericolosa” si comprassero (nel 1920) ben 24 cavalli con 7200 lire si bevesse spesso vino di scadente qualità (vinetta) per poter vendere quello buono

I Carrettieri sono il simbolo della società contadina di Candelo, un paese dalla storia prettamente rurale. - Esiste tuttora in Candelo l’”Associazione dei Carrettieri”, fondata nel 1877 con lo scopo di mantenere vive tra i giovani le tradizioni dei carrettieri di Candelo soprattutto nella giornata di S.Antonio, protettore dei carrettieri.

Sfogliando le pagine ingiallite dal tempo del “registro della Società dei carrettieri di Candelo si provano emozioni profonde, perchè le note, i rendiconti, le annotazioni ci dipingono un periodo della storia del paese che non è più, ma che deve rimanere viva nel ricordo di tutti. E l’Associazione dei Carrettieri, con sede all’interno del Ricetto, “cuore” di Candelo, fa di tutto perchè certe tradizioni vengano mantenute ancora oggi, quando i carri sono diventati ormai quasi un “reperto” da museo. Candelo nel passato era un paese prettamente rurale e i carri erano gli unici mezzi di trasporto.Il mestiere di “carradore” era molto importante, così come quello di maniscalco . Ad esempio, nella ”Guida del Biellese” del 1915 risultano a Candelo, un paese allora di 2982 abitanti, ben due carradori ( Orso Giovanni e Ferrarone Antonio), due maniscalchi (Pozzo Antonio e Formagnano Davide) e due commercianti di cavalli (Serratrice Augusto e Serratrice Giuseppe). Ben quattordici persone si occupavano a quel tempo di trasporti con carri. L’anno di fondazione della “Società dei Carrettieri” di Candelo,come risulta dalla sia pur confusa intestazione del libro contabile, risale al 1877, nella presidenza di Orso Giovanni, di Giovanni Ciro e con la collaborazione di una Commissione formata da Valle Battista, Serratrice (Balos) Falla Carlo della Bona e Giovanni Vialardi. Costoro reggono la società nel primo anno di vita, mentre altri nomi si alternano negli anni successivi; nel primo decennio non sono riportati nomi di altri soci. Nel 1891 si può trovare una lunga lista di nomi: ben 62 soci, oltre ai 4 membri del Consiglio e al Presidente Pessa Antonio. Il rendiconto della festa di S.Antonio viene riportato dal 1889, a quei tempi per la ricorrenza si spesero £. 58,80 di cui £.20 per la musica e £.14 per il vino.Una curiosità è rappresentata dal rendiconto del 1931-32: la spesa più consistente è costituita da £.220 per due funerali.

LA SFILATA DEI CARRI NEL PASSATO
Cinquant’anni fa, la sfilata in occasione della festa comprendeva solo carri di pregio appartenenti a persone importanti. Questo perché quelli usati abitualmente, ovvero dalla gente comune, erano da lavoro agricolo e trasporto; il carro “da passeggio” era più raro perché costava molto. Alla manifestazione partecipavano non solo i carrettieri di Candelo, ma anche dei paesi vicini, come succede anche oggi. Esistevano tre tipi di carri: il primo era il calesse che veniva usato per fare passeggiate dalle persone benestanti; il secondo era il carro da lavoro che possedevano tutti e serviva per i lavori agricoli; e il terzo era il carro da trasporto con cui lavorava il carrettiere, il quale si faceva pagare in base alla merce che doveva trasportare. Il carro serviva anche per trasportare la bara del morto durante il funerale, in questo caso il carro funebre era diverso secondo la condizione sociale del defunto. Se una persona era molto importante, venivano usati quattro cavalli o più, tutti bardati di nero o oro.



Pagina realizzata in origine il 05 febbraio 2004 - Fotografie Roberto M. / Biellaclub - Testo tratto da un Comunicato Stampa del Comune di Candelo


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