IL BIELLESE NEI LIBRI

Vernato: bettole e botteghe

di Giorgio Fogliano e Maurizio Di Dio Busa

Associazione Amici del Vernato
2010

Vernato: bettole e botteghe
pag. 5

Introduzione

Il libro è quasi un, album di famiglia, fatto di immagini e parole, per custodire e raccontare il trascorrere del tempo e della vita del Vernato, tra personaggi e situazioni vere. Attraverso la storia di Fortunato, orfanello accolto all'Ospizio di Carità, abbiamo uno spaccato vivo di questo antico quartiere di Biella con le sue botteghe, i suoi personaggi caratteristici a partire dagli anni `30. Leggere queste pagine vuol dire andare alla ricerca delle radici del quartiere, di un'economia basata su mestieri artigianali, di rapporti umani stretti e solidali. Emerge quasi un affresco fatto di tante vigorose pennellate dai colori vivi, i cui soggetti sono "personaggi" veri, ricchi di umanità... come la Santina che è felice tutte le volte che può donare "bombi" di zucchero ai bimbi dell'orfanotrofio o... la Bigina della cartolibreria all'angolo tra Via Quintino Sella e Via Gromo che regala libri ai meno fortunati. [...]
pag. 22

Nella trattoria del Vapore

[...] Un venditore di gelati è all'angolo della strada, in attesa d'improbabili clienti. Nella trattoria del Vapore, dietro ai vetri carichi della polvere salita dalla strada, s'intravedono uomini, con le carte in una mano e il bicchiere gonfio di vino alle labbra, alzano le braccia, brandendo le carte ed imprecando in stretto vernatese "As gieuga nen parej, faluro" (Non si gioca così, idiota) Una donna stretta nel suo scialle striminzito, attraversa la strada dirigendosi a passo svelto verso casa, al sicuro. Un vetturino aspetta un cliente controllando con la punta delle scarpe la consistenza dei pneumatici. L'acqua della fontanella, all'angolo tra Via Gromo e il Corso, defluisce come sempre e segna così lo scorrere inesorabile del tempo. Due ragazzini con le ginocchia sbucciate, sul naso del muco rappreso, scappano veloci verso casa, ormai troppo in ritardo. Una boccia d'acetilene davanti ad un cartello stradale, sfrigge, puzza e impesta il vento di fumo nero. Vento che batte la via. Il fiato dei passanti ne gode nell'aria un poco rinfrescata. I muri scrostati mostrano i mattoni scoperti sotto l'intonaco, rossi come una ferita, come la grossa ferita che sta per aprirsi sul mondo. Verso la Piazza Cossato, sento ancora qualche saluto fioco e catarroso pronunciato da un uomo appena uscito dal "Dur" "Ciarea ne, bela tenca" (Salve bella donna). È rivolto ad una signora con cappellino e ombrello. Lei fa finta di non sentire e ticchettando sui suoi tacchi, procede senza rispondere. Rientro nel camerone e gli occhi incrociano quelli dei compagni, preoccupati più dall'ennesima notte che si apprestano a passare lontani da casa e dagli affetti, che dagli echi di guerra ormai vicinissimi a noi. Il giorno ci accoglie con un'Italia in guerra, coinvolta in una contesa che si annuncia già come una sconfitta, un disastro per l'intera Europa. La sveglia c'è data alla stessa ora e tutto è esattamente come prima. Alle sette e trenta ci avviamo verso scuola e i negozi del corso hanno già alzato le saracinesche almeno da un'ora o più. Il negozio di tessuti e stoffe, è il primo che s'incontra appena usciti dall'Ospizio diretti alla "Pietro Micca". Mi affascinano i colori delle pezze, la loro disposizione nelle vetrine, stese così, sembra a caso, paiono creare onde blu marino, colline verde prato e pianure marrone terra e cieli blu notte. Vedo dei paesaggi in quella vetrina, dove mi perdo con la fantasia di un attimo. Il tempo di superare quel tratto a passo spedito verso la scuola. La serranda è ancora abbassata, si vede che il Golzio, il proprietario del negozio dorme ancora, "Non sarà mica partito per la guerra?" Penso. Poco più avanti, dove c'è la SATEB, gli operai commentano ad alta voce l'entrata in guerra, alcuni di loro sono preoccupati, perché richiamati nell'esercito, altri mancano, forse già in marcia verso chissà quale fronte. Chi avrebbe letto i giornali che loro stampano e quali stampe avrebbero loro richiesto? "It évghiré, a j' éstamproma pù sòl bijèt da mòrt, it évghiré" (vedrai stamperemo più solo biglietti funebri, vedrai) Commentano fra di loro. Passando accanto alla tipografia, guardo al piano superiore, dove c'è lo studio del pittore Crida. Un bravissimo pittore. Un giorno mi scelse fra i tanti bimbi dell'Ospizio per fargli da modello per un quadro. Era bello vederlo armeggiare con i colori, schiacciare i tubetti sulla tavolozza che diventava sempre più pasticciata e lui da quel pasticcio arcobaleno, con il pennello tirava fuori parti di colore che trasmetteva alla tela e d'incanto queste prendevano forma. Un cortile, una donna con l'ombrellino e la veste lunga, un bimbo che gioca con il cerchio vestito da marinaretto. Ecco io servivo per fargli uscire dal pennello proprio quel bimbo lì. [...]. Passa lo strasciat, il venditore di stracci, col suo richiamo "Strasci, stracci! Fomne an n' j'èi da demi?" (Stracci, stracci, donne ne avete da vendermi?)
[...]
"Oggi, mi hanno mandato alla "censa" (rivendita di sali e tabacchi) e c'era il Torrione, con altri tipi, che discutevano della guerra e cosa e quanto sarà razionato o verrà a mancare. C'era anche il "bananat" il venditore di banane, il quale, ha annunciato che domani le banane arriveranno al mercato in piazza scortate dalla finanza, perché sono poche, il prezzo è alto e tutti le vogliono. "Ancamincioma ben" ha commentato él vérdura, quello che in piazza ha un banco di frutta e verdura, "A l' é mej ch'i vaga a tajé ij cavij fin ch'a n'a-i é" (è meglio che vada a tagliare i capelli fin che ce ne sono da tagliare) ha chiuso il discorso il Ghisèt il parrucchiere che taglia i capelli con la macchinetta [...]

pag. 128

Gergo Vernatese

Abito, vestito — tapa
Amante — mèca, mèco
Amici (gruppo) — pacò
Anelli — cerciòss
Arma da fuoco — tuf (anche nel gergo dei pastori e della malavita)
Automobile — ròla (in gerg = bicicletta. v. Grib) / rolanta (in piem= carrozza v. Grib.)
Balordo — lòfi (ger. Pastori per dire brutti cattivi; Bello si dice "gach")
Bambini — peulin
Barba — greca
Benzina — bròda
Bere — ciariné
Bicchiere di vino — glass dé scabi (ger. pastori) (scabì = vino, v. Grib)
Bicicletta — becana / spiciola / spicinta
Bottiglia da un litro — gòp
Bretelle — girele / tirant
Brigante — farluch
Brutto — lòfi (in ger. Past. lòfe vuol dire brutto, cattivo)
La costa del Vernato- Bola
Bulloni — scoej
Caffè — scotent (più antico) / fuf (moderno)
Calze — gelsomin-e
Calzoni — bigole, bigonse
Camicia — lima
Cane — (onomatopeico) bajocò (bajuss = cane randagio, v. Grib)
Carne — crea
Capelli — lan-a ( lanù = capellone, v. Grib)
Cappello — paraval
Carabinieri — ij giovana / gripapist (gripè lo dicono i pastori per dire prendere,. afferrare), fratelli branca (da " brancare", prendere)
Carretto — rolantin (derivato da "ròla", v. Grib)
Casa — bàit (ger. Pastori)/ garavon-a (garavela= calcinaccio, vedi Grib) / garitt (ger. della naia)
Chiesa — santòcia (santusa nel ger. Pastori)
Coltello — lìngher (forse dal tedesco) / ciorli
Condimento — oncium (da oncc = grasso, sporco d'olio)
Corteggiare — taruché
Cuffia — plòto
Denti — martej
Dormire — pajé, pajoné (in piemo. pajon = letto)
Ergastolo (dare l'ergastolo) — dé l'erba
Faccia — bifola, mor, cartolina / grissia, fuma (anticamente si usavano pipe di gesso a forma di faccia, da lì il termine)
Fagotto (per chi lavora di notte) — volpin (ger. malavita = malloppo)
Fame — la bruta / sgajòsa (ger. Past.)
Fiammifero — ciaro, fulminant,
Fidanzato — piri
Filatrice — taché longhe
Forestiero — foch-sterì
Fratello — franzin, fròcc, fròcio
Freddo — ginìch (in piem = freddo intenso, v. Grib)
Fuoco — ruf (ger. Pastori)
Gallina — picatèra
Gambe — ròe
Gatto — mirfò / rampigò
Genitori — antich
Gente — maraja (in piem. = ragazzaglia, ragazzi v. Grib)
Letto delle mucche — Giass (in piem.= giaciglio, strame, abitaz. temporanea dei pastori sotto le "moande", v. Grib.)
Giornale — busiard
[...]

Indice

Presentazioni pag. 3
Introduzione » 10
PER VOLERE DELLA VITA » 11
LA NOTTE » 15
INCONTRO CLANDESTINO IN SACRESTIA » 18
PRIMA PIETRA » 19
GUERRA » 21
BOTTEGHE » 25
IL PARTIGIANO DEL VERNATO » 38
AMICI E POESIA » 42
FORTUNATO FALEGNAME » 46
IL NONNO » 50
LASCIA L'OSPIZIO » 52
RENATA » 57
LAVORO » 62
CIRCOLO » 64
IL VINO » 68
LA COSTA » 70
TOLLERANZA » 76
ALLA FINESTRA » 84
CAVALLI » 90
MAMMA » 94
CHIACCHIERE » 97
AMORE DICHIARATO » 103
UN SARTO PER L'ABITO DA SPOSO » 106
BICICLETTA NUOVA, NUOVA VITA » 110
APPENDICE » 112
Altre brevi storie d'Ospizio » 112
Altre bettole e botteghe » 116
Gergo Vernatese » 128
Note » 132
Ringraziamenti » 142

interno libro



interno libro











Lo scopo di queste pagine è di mostrare (attraverso i libri) le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo, senza pretesa di fare un lavoro perfetto, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio. La pubblicazione avviene in forma gratuita.



06 gennaio 2011