Ogni paese ha, per i suoi abitanti, un soprannome antico che si perde nella notte dei tempi. Generalmente si tratta di “stranom” che fanno riferimento ad attività lavorative o alla morfologia del territorio o ancora al carattere dei paesani. Capitava che questi stranomi fossero raccolti in filastrocche prive di autore, che sono il risultato della elaborazione comune della gente. La Valle del Cervo è passata in rassegna con sottile vene umoristica nella "Pìstula” del “Mandighët", una filastrocca che, partendo da Piedicavallo e scendendo fino ad Andorno, sciorina argutamente gli stranomi assegnati agli abitanti di ogni paese. Questi nomignoli, molti dei quali ancora oggi conosciuti e diffusi, erano quasi sempre ironici, spregiativi, miranti a cogliere i difetti delle persone di ogni borgata. Il “Mandighët” era un arrotino di Sala Biellese che verso la fine del 1800 passava di paese in paese svolgendo il proprio mestiere: il “mulìta” al suo arrivo gridava per richiamare la gente o bussava alle porte delle case per chieder forbici, coltelli o altri utensili da molare. Mentre arrotava mettendo in rotazione col piede la mola inumidita da un filo d’acqua che scendeva da un “barachìn” e tra mille “falìspe” procedeva al lavoro, attaccava la sua filastrocca, avendo l’arguzia di sostituire lo stranome del paese in cui si trovava con quello di “brava jent”. La “pìstula” è riportata nel libro “Il Santuario di San Giovanni Battista di Andorno” del prof. Giuseppe Maria Pugno che ha avuto il merito di conservarla e tramandarla intatta nella sua versione originale. Va annotato che nel secolo successivo alcuni di questi soprannomi sono stati dimenticati e sostituiti da altri nuovi.


  • Miscine d’Pedcaval
    Donne furbe, maliziose di Piedicavallo
  • Lategheire d’Muntasner
    Litigiose di Montesinaro
  • Cue lunghe dal Vuitùn
    Code lunghe di Case Vittone "quartiere" di Rosazza
  • Tarülen d’Arsaia
    Sprovveduti, sempliciotti di Rosazza
  • Pèisa eve d’Chèra
    Pesa uova di Beccara
  • Basa taulít ad Val
    Bacia tavolini di Val (?)
  • Spezza caniei ad Musche
    Spezza canapa di Valmosca
  • Ghèt ad Furgneng
    Gatti di Forgnengo
  • Varìn d’an Pìer
    Seccatori di Piaro
  • Stlin ad Sadsèsia
    Stelline di Sassaia*
  • Ranca sciücche d’Ballada
    Strappa radici (di albero) di Ballada
  • Supata sacocie d’Ca’ di Ruman
    Scuoti tasche di Romani
  • Raspa sciunte d’ Mnenc
    Raccatta letame di Albertazzi
  • Strüsa Sciavate d’ Chitent
    Trascina ciabatte di Quittengo
  • Rubata scuelle d’l’Ermos
    Rotola scodelle di Oriomosso*
  • Tavanèn d’Rialmos
    Sempliciotti di Rialmosso
  • Fa ele da Ca’ di Butin
    Fa olio di Campiglia*
  • Mangia muchít ad Campeia
    Mangia moccoli di Campiglia*
  • Antané d’Busasce
    Rintanati di Case Bosazza
  • Jlé d’ Iundìn
    Congelati di Gliondin
  • Mangia capôn ad San Giuan
    Mangia capponi di San Giovanni
  • Gava dent d’Ca’ di Büssit
    Cavadenti di Bussetti
  • Mangia rèt d’ Mazzèc
    Mangia topi di Mazzuchetti
  • Panadde d’ Murtièng
    Pigri (panada) di Mortigliengo
  • Cavigièn d’l’Urët
    Ostinati di Oretto *
  • Vulpèn d’la Piaña
    Astuti, furbi di Piana
  • Cüchei d’Bariola
    Cucchiai di Bariola
  • Scascia lüü d’Driagn
    Scaccia lupi di Driagno
  • Pale d’Magnan
    Scansafatiche di Magnani*
  • Gatte d’Riabella
    Gatte di Riabella
  • Prepusè d’Bogna
    Gabellieri di Bogna*
  • Scorcia crave d’Pas Brev
    Accorcia capre di Passobreve
  • Caplèt d’Saian
    Cappellai di Sagliano
  • Ciucatèn d’Andurn
    Ubriaconi di Andorno


  • A Ca’ di Cue sa i ven nen castëgne a vëggô l’sue
    A case Code se non ci sono castagne soffrono
  • A Ca’ di Falit sa i ven nen castëgne a sen tüti pôvrit
    A Case Falletti se non ci sono castagne sono tutti poveri

pistula


Si ringraziano la prof.ssa Mariella Pomina che ha segnalato l’esistenza della filastrocca, recuperata durante una ricerca realizzata con i suoi studenti, Claudia Vella e Gianni Forgnone che hanno contribuito alla “traduzione” di molti stranomi, all’identificazione delle località e delle caratteristiche degli abitanti. Della sig.ra Vella parte della postula scritta a mano, da lei trovata in solaio insieme a vecchi libri, documenti e liste di corredo, manoscritto presumibilmente proveniente da Sassaia, paese di origine della nonna.

pistula
  • Note *
  • Stlin ad Sadsèsia ...andavano a letto la sera tardi con le stelle e si alzavano la mattina presto quando ancora in cielo brillavano le stelle
  • Rubata scuelle d’l’Ermos ...pasticcioni, che non stanno attenti e dunque fanno cadere le scodelle
  • Fa ele da Ca’ di Butin ... perché dopo la curva verso Valmosca c'era un frantoio, precisamente a casa Ostano
  • Mangia muchít ad Campeia ...mangia moccoli, (residui delle candele) di Campiglia, in quanto Parrocchia
  • Jlé d’ Iundìn ...per la collocazione del borgo in posizione particolarmente fredda nei mesi invernali
  • Cavigièn d’l’Urët ...come chiodi con la testa sfaccettata e molto appuntita, quasi non si vedono più. Il significato è proprio questo dove: lo pianti rimane. dei chiodi con la testa sfaccettata e molto appuntita, quasi non si vedono più. Il significato è proprio questo: dove lo pianti rimane
  • Pale d’Magnan ...che per la pulizia della neve erano sempre molto meno attivi gli abitanti di Driagno rispetto ai vicini di Magnani.
  • Prepusè d’Bogna ...dal Dizionario Vittorio di Sant' Albino: Bogna era infatti il luogo predisposto al pagamento del dazio

18/10/2017 - Deanna Gatta   vallecervobiella.wordpress.com


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