Pagina tratta dal libro
San Giovanni d'Andorno
Pagine 80 circa


INDICE

PARTE PRIMA
L'ospizio di S. Giovanni
Il Santuario
La Statua e il Sacello
Scuole e Collegio
La Parrocchia
Le Cappelle
Le feste
La strada S. Giovanni - Oropa
Un' interessante inchiesta
Grazie e miracoli
In memoria
San Giovanni d'Andorno 1954

PARTE SECONDA
Il Precursore di Cristo
L'annunzio a Zaccaria
La nascita prodigiosa
Erat in desertis
Sulle rive del Giordano
Il Battesimo di Gesù
Luminoso tramonto
Un grande elogio
Culto universale

APPENDICE
Atti del Processo canonico
Dichiarazione

 

pag 6 - L'OSPIZIO DI SAN GIOVANNI

Sorge sul fianco orientale del M. Tovo e domina da metri 1020 d'altezza l'alta Valle del Cervo, una delle più vaghe e pittoresche vallate biellesi. In essa infatti mirabilmente s'intrecciano il severo e l'ameno, l'umile e il glorioso [...] L'Ospizio di San Giovanni, che dall'alto la guarda, ne costituisce il vertice ideale, e rappresenta il patrimonio sacro delle generazioni passate. [...] Si tratta di un armonioso complesso di fabbricati, che circonda per tre lati un vasto piazzale, solido come una fortezza ed austero con una Trappa. A costruirlo si sono seguiti, in ordine di tempo la Chiesa, l'Ospizio propriamente detto per l'ospitalità dei pellegrini, la Scuola è il Ristorante. Diciamo subito che l'attività ospitaliera si è sviluppata fin dagli inizi fianco fianco a quella religiosa e da questa imposta. La vecchia Historia del Santuario edita per cura dell'Amministrazione l'anno 1702 e sfortunatamente unico documento di una certa attendibilità storica giunta fino a noi, di cui avremo occasione di parlare più a lungo, ci narra di lunghe teorie di pellegrini, novenanti od occasionali, e di nutrite processioni che dai paesi della Valle salivano al Santuario nei giorni festivi. Questo afflusso, antico da risalire alle origini e determinato dalla fama dei prodigi che si ottenevano dinanzi alla taumaturgica Statua del Precursore di Cristo qui venerata, impose subito il problema dell'ospitalità, e, conseguentemente la costruzione di fabbricati quanto possibile accoglienti per favorire ed incrementare la venuta dei pellegrini al Santuario. Ciò che si è realizzato gradualmente, dagli inizi del 1600 ai giorni nostri, grazie alla generosità dei valligiani e alla solerte attività delle Amministrazioni susseguitesi nel corso di quasi tre secoli. [...] Attrattive mondane certo non ve ne sono. Ma non c'è da dolersene troppo. Chi le vuole può trovarle altrove. San Giovanni d'Andorno non è una meta turistica come tante altre: è un Santuario. Geloso delle sue tradizioni e del suo carattere sacro non può accogliere nè ammettere - è chiaro - le profanazioni della elegante mondanità.

pag 9 - IL SANTUARIO

I due termini ospizio e santuario sogliono usarsi un po' promiscuamente per designare San Giovanni d'Andorno nel suo complesso. Per Santuario qui intendiamo la Chiesa che custodisce la statua venerata del santo precursore. La facciata del Tempio, rivestita di lastre di granito e che richiama al vivo la vecchia Basilica di Oropa, non lascia a prima vista sospettare le reali dimensioni dell'interno: grandioso e ricco. Una poderosa costruzione di stile barocco, sorta l'anno 1605, come la canonica che le sta a fianco, portata alle proporzioni attuali l'anno 1747, su disegno del Cucchi degli Ondini, campigliese. Una lapide, ora tornata in onore, ne ricorda la solenne consacrazione fatta da Monsignor Viancini, primo vescovo di Biella, in data 24 agosto 1782. Sul frontone del Tempio, una dicitura latina ripete l'elogio di Cristo al suo Precursore ed invita ad entrare. Varcata la porta maggiore - opera di Gaetano Cellini, in pesante noce con grosse borchie, simboli e due medaglioni in bronzo - l'altare maggiore, che domina dal fondo l'unica navata, alta e spaziosa, richiama a sé lo sguardo per la grandiosità della mole e le bellissime colonne tortili in marmo nero che ne sorreggono il baldacchino. Dietro ad esso, in alto, capeggia l'artistica pala della Natività di San Giovanni, dovuta al pennello di Bernardino Galliari Andorno, coadiuvato dal fratello Fabrizio, decoratore quest'ultimo dell'agile cupola sovrastante, che è giustamente ammirata per i suoi magnifici effetti di prospettiva. [...] Ma l'elemento più interessante è un altro: la Cappella del Santo, che si incontra subito a destra entrando. Una cappella curiosa, interamente scavata nella roccia del monte e che custodisce da secoli la taumaturga e venerata Statua di San Giovanni Battista.

pag 10 - LA STATUA E IL SACELLO

Dove? Quando? Da chi fu scolpito il Sacro Simulacro? Non sappiamo nulla di certo. Un'antica tradizione vorrebbe che la S. Statua sia stata scoperta a caso nella stessa grotta, che tuttora la ospita, da pastori di passaggio verso gli alpeggi estivi, e che da essi asportata, prodigiosamente vi facesse ritorno, così da far pensare che quello fosse il luogo prescelto da Dio per onorarvi il suo Santo Precursore. Vera o no la tradizione antichissima, è certo che da vari secoli questa Statua riceve culto e venerazione in questo rifugio alpino e che occorre risalire almeno al 1500 per trovarne gli inizi. Si tratta di una statua in legno di abete di cm. 80 di altezza, che con finezza esprime le fattezze del S. Precursore vestito con pelli di cammello, lo sguardo al Cielo, con la destra stesa ad additare il mistico Agnello che riposa sull'altro braccio. Nonostante il passare di tanti secoli, il legno non presenta traccia alcuna di tarlo o corrosione. Fatto sorprendente, se si pensa all'ambiente umido che lo ospita e alle notevoli infiltrazioni d'acqua, soprattutto in passato. [...]

pag 13 - SCUOLA E COLLEGIO

Purtroppo oggi non esistono più ed appartengono da ormai un ventennio ai ricordi del passato. Sarebbe ingiusto tuttavia non parlarne, anche se le speranze di una ripresa scolastica a San Giovanni sembrino al presente quasi tramontate. Si tratta di un'opera eminentemente sociale, dalla vita pluricentenaria, che ha conosciuto periodi di autentico splendore e che ha contribuito alla formazione intellettuale e morale di Numerose generazioni di "Valit"oggi pionieri intelligenti ed operosi in varie parti del mondo. [...] La presenza permanente all'ospizio di parecchi Sacerdoti e Religiosi per il servizio del culto e la capacità dei locali costruiti deve avere suggerito l'idea di affiancare lassù, alla benemerita attività religiosa ed ospitaliera, quella scolastica, in favore dei poveri ed abbandonati figli del popolo. Sì pensò di creare dunque una scuola che istruisse i bambini della Valle all'ombra amica del Santuario. Occorre però salire al 1713 per giungere all'attuazione permanente e legale dell'opera. [...] Inizialmente l'opera si limitò ad assicurare l'istruzione primaria ai fanciulli della Valle; una specie di scuola elementare privata. Più tardi affianco alla scuola un Collegio Convitto, per la comodità degli allievi più lontani.
Nel 1889 si giunse al pareggiamento statale. Nel 1906 si istituì il 6° corso. Poi nel 1919, il Corso Tecnico, che fu completo delle sue tre classi nel 1923. [...] Ben presto tuttavia incomincia il declino. Causa la scarsità sempre più marcata degli allievi, che induce nel breve volgere danni alla chiusura del corso tecnico, poi di quello elementare. Il progressivo spopolamento dei paesini dell'alta valle, le mutate condizioni di vita, il moltiplicarsi di centri scolastici più comodi e meglio attrezzati al piano, costrinsero le Scuole dell'Ospizio ad una vita sempre più anemica e deficitaria, con chiusura definitiva dei battenti nel giugno 1935.

 

pag 18 - LE CAPPELLE

Si tratta di 5 Cappelle, oggi purtroppo cadenti ed abbandonate [...] assolutamente prive di qualsiasi valore artistico, erano tuttavia espressione di una commovente religiosità [...] Abbattuta negli anni di guerra gran parte della faggeta che la ombreggiava, la strada delle cappelle non più frequentata come in passato, con le sue edicole pericolanti ed i suoi Santi mutilati, resta a testimoniare un tempo ormai tramontato, più povero certo è più ingenuo del nostro, ma in compenso di gran lunga più ricco di fede e di generosità.



Curiosità da libri biellesi antichi, da un'idea di Ferruccio Bocchio - pagina realizzata da Roberto Moretto il 13 12 2015

Lo scopo di queste pagine è di mostrare (attraverso i libri) le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo, senza pretesa di fare un lavoro perfetto, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio. La pubblicazione avviene in forma gratuita.
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