Come si può definire Bernardino Lanino, uno degli esponenti di punta della scuola pittorica vercellese del ‘500, un artista biellese? Non sicuramente per nascita, visto che gli storici dell’arte discutono se sia avvenuta a Vercelli o a Mortara, ma sicuramente non all’ombra del Mucrone. Non per adesione ad una scuola locale, visto che una vera e propria scuola nel biellese non c’era.
Eppure la carriera artistica del nostro deve molto a questa terra dove, ventenne, firma la sua prima opera: la pala di
Ternengo. Al momento in cui scrivo tale dipinto si trova nei depositi di Moncalieri della Galleria Sabauda, o, in copia fotografica effettuata dalla Soprintendenza, proprio presso la chiesa per la quale era stata dipinta, la parrocchiale di S. Eusebio appunto a Ternengo.
Quella tavola fu ammirata da altre comunità del biellese quali Valdengo, Lessona e Cossato, che cominciarono a contendersi il nostro artista. A
Biella, inoltre, Bernardino lavorò a più riprese in S. Sebastiano e ad
Oropa, firmando almeno sette opere. Non tutta questa abbondante produzione è purtroppo rimasta in loco. Tuttavia è possibile ancora ammirare alcuni suoi capolavori quali il polittico dell’Assunzione della Vergine in S. Sebastiano. Proprio la visione di questo polittico deve aver spinto la comunità della valle di Andorno a commissionarne un altro, che ora si ammira presso la parrocchiale di
Campiglia Cervo.
Se tutto questo non bastasse a qualificare Lanino come biellese si tenga conto che egli amava questa terra, tanto da …comprarla! Fra gli atti notarili si è infatti rinvenuto un suo acquisto di un terreno da vigneto in quel di Viverone.
Oggi le opere di quest’artista si possono ammirare, oltre che in numerose chiese del Piemonte e della Lombardia, nei più importanti musei del mondo quali il cabinet des dessins del Louvre o la National Gallery di Londra. Tuttavia una conoscenza del suo lavoro non può prescindere dal Lanino “biellese”.
Links:
Wikipedia
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Museo di Biella -
Paul Getti Museum
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National Gallery