La statua della Vergine ricca delle donazioni.

 




 

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La statua della Vergine dopo il restauro del 1910.

 


 




le immagini di alcuni dei gioielli che formano il Tesoro di Oropa >>>

Oropa è uno dei Santuari Mariani più importanti del mondo. Nel corso dei secoli la devozione alla Madonna Nera ha portato alla raccolta di un vero e proprio tesoro, fatto da donazioni, compiute in segno di fede, da parte di regnati (i duchi e i principi di Casa Savoia) e contadini. E se il tesoro donato dai potenti è fatto in oro, quello dei contadini è fatto di devozione. Entrambi si sono conservati fino ai giorni nostri.

Storia 1:
Narra la tradizione che nel 363 il Vescovo di Vercelli (Eusebio da Cagliari) tornasse dall'esilio portando con se tre statue nere di Maria Vergine, scoperte a Gerusalemme e scolpite da S.Luca (o da Nicodemo secondo altre fonti). I tre simulacri sono donati a Cagliari, a Crea (nel Monferrato) e sui monti d'Oropa. Edificata un'umile costruzione vi pose la Croce e creata una nicchia vi depose la statua della Vergine dove tuttora risiede.

Storia 2:
Nel 1516 i biellesi constatarono che salire ad Oropa (con i mezzi e le strade dell'epoca) era troppo faticoso e per tributare un culto più agevole alla venerata statua decisero di trasportarla in una cappella al Favaro. Durante il tragitto coloro che trasportavano la statua si accorsero con stupore che il suo peso cresceva sempre di più, rendendo impossibile proseguire il trasporto. Spaventati da un intervento ritenuto soprannaturale ripresero la strada verso Oropa dove, man mano che risalivano, la statua riprendeva il suo peso naturale.


Storia 3 :
Molti furono i personaggi illustri che salirono a contemplare la Sacra Statua: dai santi piemontesi S.Giuseppe Cottolengo e S. Giovanni Bosco al vicino Beato Pier Giorgio Frassati. Silvio Pellico, Camillo Benso di cavour, Massimo d'Azeglio, Galileo Ferraris, Achille Ratti (futuro papa Pio XI) e Guglielmo Marconi che lasciò a testimonianza questo ricordo: "...nell'estate 1895 dall'alta montagna di oropa, contemplando il Biellese, pensai che l'uomo potesse trovare nello spazio nuove energie, nuove risorse, nuovi mezzi di comunicazione". Qualche anno dopo realizzo il telegrafo.