VERRONE L’IMMAGINE RICOSTRUITA
a cura di Tomaso Vialardi di Sandigliano - saggi di: Graziana Bolengo, Andrea Calzolari e atrizia Cancian, Guido Gentile, Luisa Clotilde Gentile, Franco Gualano, Carlo Jasselli, Andrea Longhi, Vittorio Natale, Antonella Perin, Marco Turotti, Valeria Vai, Tomaso Vialardi di Sandigliano
pp. 184 - L'Artistica Editrice - Comune di Verrone - 2005

 

I Vialardi (da pag. 35)
di Tomaso Vialardi di Sandigliano

[...] Nell'826 Biella fu oggetto di una non chiara permuta tra gli imperatori franchi Ludovico il Pio e suo figlio Lotario da una parte ed il "fideli nostro comiti" Bosone dall'altra. Il conte scambiò le sue terre di Beck (in Olanda) con Biella, che fu separata dal "comitatum Vercellensem". Bosone morì poco dopo la permuta senza discendenza maschile perché né lui né i suoi eredi arrivarono mai nei nuovi domini, fatto che spiega il silenzio dei diplomi successivi è perché nel 882 l'imperatore Carlo III poté dornare Biella alla Chiesa vercellese.
[...] Le relazioni fra i discendenti degli uomini di Beck e le nuove famiglie arrivate con Attone e Leone incrociarono allodi e feudi biellesi con altre nel Vercellese nel Casalese, spiegando in questo modo perché i Vialardi, arrivati probabilmente a Vercelli con Attone, fin dal loro apparire in questa parte del Piemonte ebbero beni importanti in tutta l'area. I rapporti con il gruppo familiare lombardo continuarono fino a Wid-all-hart, capostipite del ramo vercellese dei Vialardi ed ultimo passaggio da una nobiltà germanica ad un nucleo familiare stabilizzato in una discendenza territoriale nuova.
[...] Nato in tempi inquieti intorno al 1090, Wid visse nel momento del consolidamento del bipolarismo feudale, quando il castello, il villaggio e la Chiesa divennero una cellula dell'organizzazione del sistema signorile. La sua asprezza il suo coraggio si è radicarlo nel nome, al cui fu associato il distintivo all hart e Wid divebbe Wid-all-arth, latinizzato in Widalardo.
[...] Il primo documento locale in cui compare Widalardo è un atto del 1118, dove è tra i consiglieri laici del vescovo di Vercelli Anselmo. Poiché l'atto riguarda la cessione di una parte della curtis di Torcello ed altri beni intorno a casale, Widalardo deve avere avuto ampi interessi nella zona dominata dall'eterogeneo turbolento gruppo dei Signori di Torcello, se ancor oggi tutta la collina porta il nome di Vialarda [...]

con la seconda metà del 1200 di gruppi familiari dei Vialardi assunsero una fisionomia propria, sempre legati interfamigliarmente, ma con indipendenza maggiore.

1 - i Vialardi di Vercelli, che continuarono la gestione politica della famiglia, ora contrapposta ad altre famiglie immerse nell'ambito ecclesiale e mercantile con cui la convivenza non fu sempre facile, anche per l'avvicendarsi sul territorio di forze armate contrapposte gli interessi che trovarono di volta in volta referenti ed alleati in Vercelli.

2 - i Vialardi dei castelli di Sandigliano e Ysengarda, che costruirono alleanze comuni maturate in una fede ghibellina venata di personalismi territoriali. La loro forte capacità militare li portò ad esser i primi alleati viscontei nel Biellese e punto di appoggio delle scorrerie di Facino Cane. Il conflitto con gli incastellamentei limitrofi appartenenti a famiglie con posizioni politiche fluttuanti, in particolare con il composito sistema pare in tale degli Avogadri, fu immediato e causa principale della caduta del Biellese nelle mani del duca di Savoia.

3 - i Vialardi del castello di Verrone, che mantennero posizioni attesiste che progressivamente li allontanarono dal gruppo familiare. Militarmente meno capaci, portati più all'equilibrio politico attento ai giochi territoriali, videro con poco favore l'alleanza stretta dai cugini di San degli hanno con i duchi di Milano. I loro nonni avevano aperto la strada verso Torino e quella fu la loro scelta. ...

 

 

Gli “ Homines Veroni” (da pag. 149)
Graziana Bolengo


Porre in una collocazione spazio-tempo l’origine di Verrone e quindi dei suoi homines, allo stato attuale delle ricerche, è impossibile perché non vi sono elementi archeologici e documentali in grado di fornire dati certi, ma partendo da due poli precisi ancora esistenti, il castrum e la chiesa, si possono proporre delle ipotesi, se non sull’origine, almeno su un primo momento evolutivo. Alcuni elementi ancora leggibili del castrum propongono un polo difensivo nato sul finire del secolo XI, un recinto fortificato a protezione di cose e homines stanziati sul territorio, parte a servizio del signore e parte piccoli agricoltori liberi. Il castrum, per la sua funzione di difesa o quanto meno di una connotazione di un dominio, è costruito generalmente dove preesiste un insediamento abitativo, il che suggerisce il finire del secolo X come prima formazione di Verrone. Gli homines non a servizio del Signore incominciano ad occupare gli spazi vicino alle mura, solido punto di riferimento, in un primo tempo con costruzioni precarie che via via si strutturano nella forma di una casa tipo, dando origine ad un insediamento più connotato ancora incerto nei suoi confini. Questa trasformazione porta anche ad una evoluzione del polo sacro, dal semplice cimitero alla costruzione di una chiesa limitrofa, la Parrocchiale di San Lorenzo, la cui fondazione può essere posta tra XI e XII secolo. Verrone si definisce quindi come un insediamento abitativo stabile tra i secoli XI e XII, secondo il periodo in cui si pongono le fondazioni della chiesa e del castrum, mentre l’ipotesi della sua fase formativa antica può essere collocata in un momento di poco precedente il X secolo. Il castrum e la chiesa sono documentati dalla fine del Duecento, mentre il “poderio Veroni ac territorio” si connota con i suoi confini solo dal ‘400 negli omaggi di fedeltà ai duchi di Savoia, che lo danno compreso <<…ad una parte fines Massaie ed Bene ad alia fines Saluzolie a balia fines Vergnaschi a balia fines Gaglianichi a balia fines Sandiliani et a balia fines Candeli…>>. Momento di svolta per la Comunità è il 19 febbraio 1373, quando in Santhià i Vialardi di Verrone stipulano con il conte Amedeo VI i patti e le convenzioni che portano il paese nell’area di influenza sabauda, trasformando una proprietà fondiaria privata in un feudo giuridicamente strutturato. In questo atto la Comunità e gli homines Veroni non sono presenti: coloro che vi abitano e quelli che vi si stabiliranno sono uomini dei Vialardi, strettamente vincolati ai nobiles che sono i destinatari dei poteri concessi e gli unici beneficiari dei privilegi. E’ in questo momento che la Comunità inizia a organizzarsi, non tanto per una spinta interna, ma per l’esigenza dei signori di dare solidità pubblica al proprio dominio attraverso la promozione di un “altro potere”, quello degli homines, con magistrature e organismi rappresentativi propri, comunque ancora istituzionalmente subordinati.



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ricerca e preparazione di Giorgio Gulmini
realizzazione pagina web di R. Moretto

Lo scopo di queste pagine è di mostrare attraverso i libri locali le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo: non c'è pretesa di fare un lavoro perfetto, ma solo di dare qualche indicazione, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio. La pubblicazione avviene in forma gratuita.

 



10 maggio 2009