> IL BIELLESE NEI LIBRI

Civiltà contadina nella storia del Vernato-Thes
di Giorgio Fogliano e Riccardo Rabaglio
Associazione Amici del Vernato - 2005

 

vernato copertina libroPag. 5
Introduzione
"La vera sorgente della ricchezza pubblica è la campagna... le altre industrie e il commercio non potranno raggiungere il loro completo svolgimento se prima l'agricoltura non sarà meglio studiata nelle sue condizioni e favorita nei suoi bisogni." Così con una impressionante visione sul futuro scriveva don Paolo Antoniotti nel 1882 in una monografia sull'agricoltura nel Biellese. Parole cariche di drammatica lucidità e anche di preveggenza. Lo stesso Antoniotti nel 1896 in un libretto "La strenna dell'agricoltore", omaggio del Comizio Agrario Biellese ai propri associati, difende ulteriormente l'agricoltura ricordando che "l'agricoltura è la madre delle industrie"! Se negletta era l'agricoltura a quei tempi, ancora di più lo è oggi, malgrado la crisi devastante dell'industria che dura ormai da più di mezzo secolo. Tanto per usare una immagine forse abusata, si può dire che il passato contadino del Vernato si perde nella notte dei tempi. Senza andare troppo in la, però. Perché quando avvenne l'unione del comune autonomo del Vernato con quello di Biella, nel 1421, la popolazione del Vernato era ridotta a otto famiglie, poverissime e non in grado di pagare le tasse ducali. Quindi, pur mancando riferimenti documentali in proposito, non si può parlare di agricoltura in senso razionale e tanto meno di cascine. Ma se il Santo vernatese per eccellenza, Biagio, (tra le altre cose protettore per esempio dall'invasione di orsi!) pure è patrono dei cardatori e per estensione di chi si occupa del tessile, da un altro canto va rimarcato che gli statuti di Vernato e Ghiara, che risalgono al 1328, grondano addirittura di norme legate strettamente al mondo contadino e all'agricoltura. Il territorio del Vernato, anticamente era molto esteso (lo è ancora oggi, per la verità), comprendeva anche buona parte dell'attuale frazione Barazzetto; anche dopo la fondazione della parrocchia di San Bernardo, le cascine situate sui contrafforti del Barazzetto verso la pianura, sono restate ancora per oltre mezzo secolo sotto la giurisdizione della parrocchia di San Biagio. Il Vernato era anche esteso verso la pianura, giungendo a confondersi con i confini di Ponderano da un lato e di Mongrando dall'altro senza escludere gli immancabili litigi di confine. Alcune cascine, oggi chiaramente appartenenti al territorio di questi due Comuni finitimi, erano di giurisdizione del Vernato (per esempio Cascina Carbonera e più a sud la Marsaglia a poca distanza dal Maghetto). Anticamente la vocazione del territorio vernatese era sicuramente agricola. La maggior parte del territorio era occupato da campi, orti e anche da estesi spazi incolti di tipo baraggivo o addirittura paludoso come l'area a sud di via Tripoli e dell'attuale via Rigola , fino ai confini con l'abitato di Ponderano: infatti questa regione ha conservato ancora oggi nel toponimo Marsaglia o Marzaglia, il concetto di marcescenza. Corre addirittura memoria di un tentativo di insediamento industriale abortito appunto per la presenza di "terreno molle" incapace pertanto di sostenere materialmente il peso delle strutture.
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Pag. 8
GIOIE E DOLORI DI VITA CONTADINA
MATERNITÀ e INFANZIA
Le contadine lavoravano fin quando sentivano arrivare le doglie; poi talvolta si aggiustavano da sole o, se si arrivava in tempo in Via Quintino Sella, a chiamare una donna "pratica": la" Bina", che le assisteva con la sua esperienza. Se faceva freddo, il tutto avveniva nella stalla, se qualcosa non andava per il verso giusto la partoriente o il neonato rischiavano la vita. ... L'uomo seppelliva il secondo parto (la placenta) gettandola "an sla liamera e ai campava sora due palà d'aliam". La donna dopo il parto "as tirava su e la traficava subit". Allattava quasi sempre e quando finiva il latte rimaneva di nuovo incinta, specialmente nel periodo invernale quando l'uomo non era occupato nei campi. I neonati fragili venivano posti tra due bottiglie di latte appena munto o d'acqua calda e si aspettava che reagissero. Se sopravvivevano bene, altrimenti era "destino" (!) .. e si ricominciava da capo. I bambini s'attaccavano alle gonne delle madri nei lavori, scorrazzavano sulle aie "andavo për je strà, tant a j'era gnun-a machina che' j massava, a j'ero mac dij carton lent e carià" e d'inverno stavano nelle stalle a giocare con i cuccioli .
[...]

 

Pag. 15
LA CULTURA DEL VINO
II vino coltivato nella propria vigna era una "vinela" proveniente dalla zona di S. Maurizio o dalle colline a nord del Vernato, faceva nove o dieci gradi, chiaro di colore con un alto grado di acidità fissa: era acidulo e dava bruciori di stomaco. Nonostante questo, se ne beveva in gran quantità per averne forza, perché era uno dei pochi piaceri della vita ed era l'unico antidolorifico a portata di mano. È anche vero che l'alcolismo era una piaga sociale: le locande erano piene di allegri personaggi caratteristici che quando alzavano il gomito ne combinavano di tutti i colori; alcuni vivevano lì tutto il giorno ... il "Toti" che entrava all'Aurora all'apertura e ne usciva alla chiusura e viveva in sostanza tutto il giorno in trattoria. Era uno degli ultimi rimasti a parlare bene il gergo vernatese. Quando gli chiedevano perché non lavorava raccontava questa storia: la prima volta che ci provò, proprio dietro insistenze del Nuccio che voleva a tutti i costi fargli rompere certi rottami, ebbe tra le mani una mazza; l'alzò ma questa si ruppe e gli cadde sul malleolo fratturandoglielo. Era un segno del destino!! Il lavoro non era per lui".
[...] Alcuni portavano il fiaschetto nei campi e si racconta che il "Barbisun" all'ora di pranzo l'aveva già vuotato. Alcuni carrettieri bevevano e poi si addormentavano tranquilli perché, tanto, il cavallo conosceva la strada e arrivava a destinazione come la "Linda" una cavalla che apriva anche il portone di casa e andava da sola a rifocillarsi e a riposare "sota la travà"
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libri biella

 

INDICE
Presentazioni pag. 2 - Introduzione pag.5 - Carta topografica del Vernato pag.7 - Gioie e dolori di vita contadina pag.8 - Maternità e infanzia pag.8 - Educazione e scuola pag.9 - Lavoro pag.10 - Alimentazione pag.12 - La cultura del vino pag.15 - Igiene personale e salute pag.17 - Vestiario pag.20 - Religiosità pag.20 - Feste e matrimoni pag.22 - La guerra pag.27 - Percorso geografico tra le cascine del Vernato pag.30 - Vecchio Vernato pag.30 - Thes pag.42 - Vemato sud pag.58 - Via Rosselli / Via Marghero pag.70 - Verso la nuova città pag.81 - Elenco informatori e proprietari delle fotografie pag.82

 



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ricerca di Giorgio Gulmini
realizzazione Roberto Moretto

Lo scopo di queste pagine è di mostrare attraverso i libri locali le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo: non c'è pretesa di fare un lavoro perfetto, ma solo di dare qualche indicazione, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio. La pubblicazione avviene in forma gratuita.

 



29 gennaio 2011