IL BIELLESE NEI LIBRI

Cerreto Castello

di Giulia Verzoletto

Edizioni Gariazzo
2003

Cerreto Castello
pag. 11

L'antico nome: Ceretto

La denominazione Cerreto Castello è relativamente recente: fu fissata da un Regio Decreto del 1863 in luogo dell'antica Ceretto.
Ceretto, narrano le fonti, derivava probabilmente da cerrum, cioè cerro, da cui cerretum bosco di cerri, alberi della famiglia delle querce che si diceva crescessero rigogliosi sulle pendici collinari del piccolo centro. Cerro era però anche un vocabolo in uso nella penisola iberica per indicare un'altura: nel caso specifico entrambe le ipotesi etimologiche erano assolutamente plausibili, poiché il territorio comprendeva un'area collinare, ricoperta di vegetazione. [...]
Attraverso i secoli, il piccolo centro continuò ad essere chiamato Ceretto, come testimoniano i documenti dell'Archivio Parrocchiale, il predicato della famiglia Avogadro, gli antichi catasti e le carte dell'Archivio Storico Comunale, ma anche numerose pubblicazioni, guide e dizionari dal Seicento all'Ottocento. A sorpresa, il Regio Decreto 8 aprile 1863 n. 1234 stabilì invece che l'esatta denominazione fosse Cerreto Castello.
Tuttavia, poiché nel solo Piemonte altre tre località presentavano lo stesso nome, si decise di posporre ad esso un altro termine tratto da un elemento caratterizzante il sito dal punto di vista geografico. La preferenza ricadde sul castello, presenza imponente e facilmente memorizzabile per la preminenza sul paesaggio. [...] E così il castello degli Avogadro, casa forte edificata proprio dai signori del luogo nel XIII secolo, conquistò l'onore di identificare il comune di Cerreto anche nella toponomastica.
Malgrado ciò, la popolazione e i Biellesi tutti continuarono ad indicare la località come Ceretto: nella corrispondenza degli anni 1870-1890 raramente veniva utilizzato il suffisso Castello [...]. Sul finire del secolo, il Sindaco prese finalmente l'iniziativa di contattare la Direzione delle Poste e Telegrafi di Novara quindi cominciò a tempestare di domande il Ministero dell'Agricoltura, Industria ed Artigianato, e tramite questo, il Ministero dell'Interno, e poi ancora il Prefetto, con l'intento di ottenere il riconoscimento del nome Ceretto Castello. ...nel 1912 tutte le Autorità risposero che la denominazione corretta, in forza del Regio Decreto n. 1234 del 1863, e riportata negli atti ufficiali di tutti i censimenti successivi, era Cerreto Castello; un'eventuale modifica sarebbe potuta venire soltanto da un altro Regio Decreto che avesse abrogato il precedente. La decisione apparve insindacabile: si prepararono i cartelli di località e Ceretto si rassegnò a diventare per sempre Cerreto Castello [...]
pag. 15

Mille anni di storia

[...] Tra 1372 e 1404, a seguito delle controversie della popolazione biellese con il vescovo Giovanni Fieschi, tutti i comuni dei dintorni di Biella decisero di sottomettersi al dominio sabaudo per ricevere protezione contro le bande lombarde che infestavano i territori biellesi: il 7 agosto 1404, il Casato degli Avogadro di Quaregna e Cerreto si affidò al Conte di Savoia Amedeo, offrendogli le proprie terre e ricevette in cambio gli stessi feudi. Raccontano le fonti che per l'investitura si recò a Morgex Giovanni di Quaregna, rappresentante di tutti gli altri Avogadro del Consortile, recando in omaggio i feudi di Quaregna e Cerreto e richiedendo su di essi la protezione del Conte. Amedeo VIII lo ricompensò concedendogli gli anzidetti luoghi, «con i castelli, ville, case forti, con la giurisdizione, mero e misto imperio, et ultimo supplicio, huomini, homaggij, fitti, honoranze, focagij, redditi, emolumenti, acquaggi, pescarie, caccie, et generalmente di tutti gli altri feudi, retrofeudi, beni et ragioni feudali».
La Signoria degli Avogadro su Cerreto si protrasse sino alla soppressione della feudalità, ma dal secolo XVI anche altri esponenti di nobili famiglie biellesi furono investiti di alcuni punti di giurisdizione sul piccolo comune [...]. Ciascuna delle famiglie compatrone trasmetteva i diritti acquisiti ai propri discendenti e godeva di alcuni privilegi nei confronti della Chiesa locale: il diritto di nominare il Parroco, di disporre del banco in Chiesa e di seppellire i propri morti nella stessa Parrocchiale, oltre che le precedenze durante le processioni. I compatroni vantavano la proprietà di parti del Castello, e di alcune cascine, coi relativi territori. Come in altri centri, anche a Cerreto i rapporti tra le nobili famiglie patrone furono spesso incrinati da liti ed inimicizie [...].
Notizie di tali conflitti si ebbero soprattutto durante il XVII ed il XVIII secolo, poiché ciascuna famiglia tentava di imporre il proprio candidato parroco, e nemmeno la Curia, chiamata a ratificare la scelta del rettore, o a provvedere alla nomina di un economo spirituale che fungesse da amministratore provvisorio, riusciva ad accordare le parti. [...]
Nel 1626, sotto Carlo Emanuele I, con la ripartizione degli Stati «di qua dai monti» in dodici province, Biella fu costituita provincia e Cerreto figurò tra le terre rientranti nel nuovo mandamento. ... Il 24 agosto 1786, Cerreto divenne contea e Filippo Avogadro, padre del fisico Amedeo e Presidente del Senato Sabaudo, da questo momento in poi poté fregiarsi del titolo di Conte di Ceretto e Quaregna. Un decennio dopo, nel 1798, l'occupazione dei repubblicani francesi venne salutata in tutto il Biellese con entusiasmo: a Cerreto l'«albero della Libertà» fu innalzato il 15 dicembre, e gli abitanti giurarono fedeltà alla Repubblica, ed eterna riconoscenza alla Francia. Tuttavia, le speranze e le illusioni di libertà si infransero presto: nel 1799 tornarono i Savoia e dal 1800 al 1814 il Biellese visse «sotto il giogo di Francia». Il governo francese suddivise il Piemonte in cinque dipartimenti, che prendevano il nome dai principali corsi d'acqua che li attraversavano. Quello della Sesia, che aveva per capoluogo Vercelli, comprendeva tre arrondissements (circondari), tra cui Biella, e vari mandamenti: ... Alla caduta di Napoleone, Biella tornò provincia. La Restaurazione riunì il Biellese ai Savoia e riportò a Cerreto gli Avogadro, che si ritrovarono i soli patroni del paese... La riforma dell'ordinamento amministrativo, nel 1859, determinò la soppressione della provincia di Biella e l'accorpamento dei territori biellesi, tra cui Cerreto, a Novara. La situazione si protrasse sino al 1927, anno in cui venne ripristinata la provincia di Vercelli, mentre l'autorità religiosa rimaneva affidata alla Curia di Biella, costituita nel 1772 e mai soppressa. Nel 1992, a seguito dell'istituzione della nuova provincia di Biella, Vercelli ha ceduto al capoluogo biellese vari comuni, tra cui Cerreto Castello.

pag. 49

Pagine cerretesi

[...] Ceretto di Biella (Cerretum Bugellensium) [...]. Il territorio composto di pianura e di colline produce abbondanza grano, meliga, segale, avena, patate, fagiuoli, castagne, noci, fieno trifoglio e frutta di ogni sorta. Vi hanno molti vigneti diligentemente coltivati, dai quali deriva la principale ricchezza del paese. [...]
Abbelliscono il comune alcune vaghe case di campagna abitate nella bella stagione, ed un antico castello che s'innalza sul vertice di un poggio. La deliziosa villa del Signor Rosazza si distingue per l'amena sua posizione, per le molte statue in marmo che ne adornano il giardino ed il terrazzo, ed anche per alcune lodate pitture di Fabrizio e Giovannino Galliari che vi si vedono nel Salone e nell'Oratorio. Nell'annessa vigna havvi un pergolato della lunghezza di novanta trabucchi circa, meritevole di osservazione per essere intieramente coperto di aste di ferro lievemente disposte in guisa di arco schiacciato.
Il Castello appartiene in parte alla nobile Famiglia Avogadro, in parte al Signor Vitale Rosazza. Nel terrazzo del castello, e presso ad una torre rotonda che guarda mezzodì, vedesi un pozzo di straordinaria profondità, per cui si ha l'effetto di un eco sorprendente. Al lato occidentale del castello in una vigna spettante all'ultimo proprietario havvi un pergolato che si stende sulla sommità del colle per la lunghezza 'di centro trentadue trabucchi, sostenuto da duecento pilastri simmetricamente disposti: all'estremità di esso vedesi un vago casino, donde si gode di una vista incantevole. Da ponente si offrono allo sguardo la città di Biella e le alpi che dietro le sorgono, e i ridenti poggi che le stanno dinanzi. Verso levante vedesi la costiera che da Masserano si distende verso il lago maggiore; da borea un'immensa pianura che termina coi colli del Monferrato. E di là, quando limpido è il cielo, si discuoprono Vercelli, Novara, Casale e la quadrata torre di San Salvatore sui poggi alessandrini. [...]

 

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Lo scopo di queste pagine è di mostrare (attraverso i libri) le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo, senza pretesa di fare un lavoro perfetto, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio. La pubblicazione avviene in forma gratuita.



24 novembre 2012