LUOGHI BIELLESI

CHIESA DI SAN NICOLA DA TOLENTINO
Costa del Vernato, Biella

La confraternità di S. Nicola da Tolentino eresse a Biella, nel '500, una chiesa all’angolo fra via Conciatori e via Marucca, demolita poco prima del 1960. L'attuale chiesa situata lungo la Costa del Vernato fu costruita a partire dal 1646 per essere terminata nel 1721. Il campanile fu eretto nel 1836. La chiesa è stata per oltre 300 anni un luogo di culto ma, dopo la progressiva scomparsa della confraternita, è stata chiusa nell'anno 1968. La quasi totale assenza di documentazione archivistiva, dovuta ad un incendio che distrusse l'archivio (nella notte della festa del santo, nell'anno 1690) impedisce di tracciare nei dettagli la storia della confraternita e delle sue chiese. Il primo documento che cita la nuova costruzione è la visita pastorale del 1661, successivamente, a partire dal 1721 e fino al 1783 viene realizzata la facciata, piacevolmente barocca, senza troppi orpelli, su disegno dell'architetto Francesco Beltramo.

L'interno della chiesa, a navata unica con abside quadrata, contiene alcune opere d'arte di pregio, dipinti e sculture lignee, che richiedono urgenti e costosi interventi di restauro. Il coro ed il pulpito risalgono al sec. XVII e sono attribuibili ai Serpentiere ed agli Auregio Termine, due botteghe di intagliatori biellesi. Nel 1692 era già stato costruito l'altare maggiore e da quel tempo sono stati moltiplicati gli interventi di abbellimento sia sulle strutture che sull'arredamento. Nel 1860 tutto l'interno è stato decorato, in parte con affresco, ad opera di Carlo Artai di Campione.

San Nicola nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano, un comune in provincia di Macerata. Eremita, taumaturgo ed esorcista è raffigurato con un sole al centro della tonaca nera, per uno dei fatti della vita del santo: si narra che un astro lucente lo seguisse continuamente nei suoi spostamenti e illuminasse la sua figura. Celebri sin dal Medioevo sono suoi "panini miracolosi" che guarivano tutti i malati. Molteplici sono i racconti della tradizione: ... Il ponte del diavolo di Tolentino è chiamato così in ricordo della leggenda secondo cui il diavolo stipulò un patto con San Nicola, dicendogli che avrebbe costruito un ponte in una sola notte in cambio dell'anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. Il santo accettò il patto e a costruzione ultimata benedisse il ponte. Poi, attese che si avvicinasse un cane e gettò del cibo in terra dall'altra parte del ponte, costringendo l'animale ad attraversarlo ...Durante la sua permanenza nel monastero, San Nicola era solito portare del cibo ai mendicanti in segreto dai suoi superiori, nascondendo nelle maniche della tunica il pane. Venuto a sapere dell'espediente, i frati lo bloccarono chiedendogli cosa portasse. Il santo rispose "petali di rose!" scrollando le maniche dalle quali uscirono petali di fiori. ... Durante il cammino, San Nicola era solito fermarsi a pregare in una zona di campagna. In quel punto fece sgorgare un piccolo pozzo dal quale abbeverarsi. Le fontanelle di San Nicola, come vengono chiamate oggi, secondo la tradizione smettono di sgorgare se un animale si abbevera ad esse, fino a quando non vengono nuovamente benedette dal sacerdote.

La Confraternita nacque nel XVI secolo. I confratelli portavano una abito con cappuccio il cui colore variava a seconda del sodalizio. A Biella portarono l'abito bianco nel '500 ma all'inizio del secolo seguente vestivano di nero. L'antica usanza delle banedizione dei pani per la Festa di san Nicola da Tolentino, comune a tutte le chiese dedicate a tale santo è rimasta in vigore, a Biella, fino a pochi anni fa.

De Chirico Delleani

Dal 4 all 11 maggio 2008 la chiesa ha ospitato "I COLORI DI DIO", mostra fotografica sulle grandi religioni.
Le fotografie di Enrico Mascheroni sono quelle pubblicate nell'omonimo libro del cardinale Carlo Maria Martini.

 


12
maggio 2008



Immagini di Daniele Albarello

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