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articolo tratto da "Rivista Biellese", periodico trimestrale: ottobre 2011

Non solo Carabus

di Matteo Negro

Dalla conferenza di Rio de Janeiro alla Rete Natura 2000, l'imperativo è: conservare la biodiversità. La provincia di Biella è interessata da sette Siti di Interesse Comunitario in cui sono tutelate numerose specie vegetali e animali nonché differenti habitat

[...] La risposta europea all'impegno internazionale verso la tutela della biodiversità, sancito dal summit di Rio de Janeiro, portò l'Unione Europea, a partire dal 1992, alla progettazione e realizzazione di una rete di ambienti da tutelare, la cosiddetta Rete Natura 2000. Allo scopo di individuare i siti rilevanti dal punto di vista conservazionistico, il 21 maggio 1992 l'Unione Europea emanò la Direttiva 92/43/CEE "Habitat" relativa alla «Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche», al fine di promuovere la salvaguardia della biodiversità in tutti gli Stati membri ai quali si applica il trattato. [...]
Val Sessera Con un'estensione di 10.787 ettari rappresenta uno dei Siti di Importanza Comunitaria più grandi del Piemonte. È collocato interamente sulla porzione settentrionale montuosa della provincia di Biella e include l'Alta Val Sessera e la porzione settentrionale della Valle del Cervo. L'unicità floristica e faunistica del S.I.C. deriva dal fatto che durante il deterioramento climatico del quaternario, conclusosi circa 10.000 anni fa, il decorso ovest-est della valle favorì il mantenimento di un'area priva di ghiacci, nota per essere uno dei più noti e importanti «rifugi pleistocenici delle Alpi occidentali ». Tra la fauna invertebrata domina il carabide Carabus olympiae, specie prioritaria citata negli Allegati II e IV della Direttiva "Habitat", nonché simbolo dell'Oasi Zegna, oggetto di un'importante monografia e di recenti studi condotti dal Dipartimento di Biologia Animale di Torino. Lo stato di conservazione della specie, valutato durante le ultime campagne di monitoraggio, è risultato buono. [...]
Baraggia di Candelo e Baraggia di Rovasenda. L'ambiente baraggivo del Biellese rappresenta un residuo unico dall'elevata valenza ambientale che un tempo dominava gran parte del territorio pianeggiante presente nella nostra provincia. Incessanti opere di bonifica hanno fortemente ridotto questo incolto naturale a brughiera riducendolo alle due aree attualmente riconosciute come S.I.C.: la Baraggia di Candelo (1.618 ettari) e quella di Rovasenda (1.135 ettari). La maggior parte della superficie è occupata da formazioni boschive di farnia e querco-carpineti inframmezzati da brughiera. [...]


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Biellaclub 06 novembre 2011 - Testi e immagini forniti da RIVISTA BIELLESE.
Un ringraziamento particolare a Mauro Lampo e all'autore dell'articolo proposto, Matteo Negro.